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Da vecchio sarò un gran vecchio.

Già so che non tirerò i remi in barca. Non mi ritirerò a vita privata sul portico della mia casetta, povera e di legno ma pur sempre dignitosa. Non starò lì a contarmi i denti rimasti o, peggio ancora, a giocare con la dentiera rimpiangendo i vecchi tempi d’una presa autentica, i morsi alla vita. No. Non sarò uno di quelli che s’affaccia con assiduità dalla finestra della cucina per sbattere il solito triste e maltrattato straccio, facendo risuonare il colpo nel vicinato. Nessun colpo di straccio dalla finestra annuncerà la mia discreta presenza. Nessuna occhiata alla vita insofferente e grigia d’un uomo d’affari o d’una donna in carriera. Nessuna occhiata furtiva al via vai di chi ancora deve raggiungere una noiosa pensione.

Da vecchio sarò uno di quei tipi che si getta col paracadute, un girovago del mondo, un amante della vita proprio quando la vita raggiunge la calma piatta. So, con precisa certezza, che sarò un vecchio con i controcoglioni. Talmente figo da sembrare giovane, senza l’aiuto di nessuna tinta.

Come faccio a saperlo? Semplice, perché mentre siedo sul balcone di casa mia, mentre intervallo l’ossigeno con il fumo d’un sigaro sciupato, sento distintamente il rumore d’uno straccio maltrattato contro il davanzale d’una finestra; vedo la vecchia del palazzo davanti guardare con invidia un giovane uomo stretto nel cappio d’una cravatta correre a lavoro senza badare più di tanto alla strada ma affidandosi alla memoria; guardo il cane dell’altro palazzo appisolarsi sull’ammattonato di un terrazzo, stanco per aver abbaiato tutta la mattina.

Sarò uno di quei vecchi da guardare con ammirazione non per la saggezza infusa, non per la barba diventata bianca a suon di libri letti o consigli spesi, non uno di quelli con la pazienza interminabile nonostante gli orologi non si fermino neppur volendo. Sarò uno di quelli che per dirti le cose ti faranno un discorso ragionato, lucido e teso, per poi concluderlo con una bestemmia. Sarò uno di quelli che si alza dal posto sul bus per far sedere un giovane, sarò uno di quelli da safari dall’altra parte del mondo in camicia cachi intonata a quella della moglie, un vecchio che organizza una cena romantica per un anniversario e che tra il primo e il secondo bisbiglia “Stanotte non ti faccio dormire!”. Uno di quelli che schifa il ballo di gruppo e preferisce il pub.

Non ho certezze per tutto questo ma so che da vecchio sorprenderò tutti e, per primo, me stesso. Bisogna solo aspettare e vedere.

Ancora lo straccio maltrattato.

Vuoi vedere che quel vecchio sta spiando proprio me, seduto qui sul balcone?